sabato 4 febbraio 2012

"cric"


Una cosa che trovo particolarmente appagante, del lavoro manuale, è l'aspetto tattile. Mentre la vista è un senso fondamentale ma - almeno per me - abusato nel mio lavoro vero e frustrante vista la presbiopia, il tatto invece è un aspetto del tutto inedito e gratificante. Il guscio d'uovo, concavo, quando è appoggiato su una superficie piana deve essere leggermente premuto per fratturarsi in frammenti piccoli, ma non troppo. Questa leggera pressione, e anche il "cric" sonoro che ne deriva, sono un piacere sensoriale lieve e appagante. Credo poi che - così come accade nel raku - sia piacevole questa relazione tra volontà e caso che si stabilisce nell'atto: la pressione "giusta", e la risposta dell'uovo sul vetro si compongono in un risultato ogni volta diverso: c'è un prima, con il mistero e la tensione verso l'atto, c'è il "cric" e c'è il dopo, il risultato dell'atto, immutabile e definitivo, nel bene e nel male.

2 commenti:

  1. Questo ciondolo è evocativo di una fusione fra civiltà :-) in un chiasmo continentale molto originale :-) c'è il richiamo ad una vagheggiata africanità, ricordata dalla forma e poi c'è la suggestione europea, nel disegno degli "appezzamenti di terreno", sintomo di un imbrigliamento dei risorse della natura :-)

    Bellissima la tua dissertazione sull'univocità, sull'irrimediabilità, sulla non scambiabilità, sula non ripetibilità del gesto creativo: lì si cela anche l'essenza più pura del fare artistico :-)

    Ciao Rose :-)

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  2. Ah, non avevo pensato all'aspetto "geografico" dell'immagine, carino :-). Grazie del commento, Gil.

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