sabato 4 febbraio 2012

"cric"


Una cosa che trovo particolarmente appagante, del lavoro manuale, è l'aspetto tattile. Mentre la vista è un senso fondamentale ma - almeno per me - abusato nel mio lavoro vero e frustrante vista la presbiopia, il tatto invece è un aspetto del tutto inedito e gratificante. Il guscio d'uovo, concavo, quando è appoggiato su una superficie piana deve essere leggermente premuto per fratturarsi in frammenti piccoli, ma non troppo. Questa leggera pressione, e anche il "cric" sonoro che ne deriva, sono un piacere sensoriale lieve e appagante. Credo poi che - così come accade nel raku - sia piacevole questa relazione tra volontà e caso che si stabilisce nell'atto: la pressione "giusta", e la risposta dell'uovo sul vetro si compongono in un risultato ogni volta diverso: c'è un prima, con il mistero e la tensione verso l'atto, c'è il "cric" e c'è il dopo, il risultato dell'atto, immutabile e definitivo, nel bene e nel male.

sangria

mercoledì 1 febbraio 2012

Little green


Little green era una bella canzone di Joni Mitchell, e il titolo di questi piccoli orecchini verdi, fatti con vetri di mare, ciotoline in paste polimeriche, perle di fiume e rame.

martedì 31 gennaio 2012

La luna e il sole








Questa collana è improvvisata. Ho colorato il vetro più grande (brutto, certo non di grado "gioielleria" con gli inchiostri ad alcol (così imita l'introvabile arancione, se mi legge qualche collezionista rabbrividisce di orrore) e mi sono divertita ad avvolgere filo di alluminio e di rame argentato alla bruta. Alla fine non mi dispiace nemmeno tanto, il risultato!

Retorica ed estetica


Da bambina, al mare, come tanti della mia età ero attratta dai vetrini colorati. A quel tempo mi spingevano però a respingerli "è solo immondizia" e a cercare piuttosto conchiglie o sassolini. Era in voga, allora, la retorica della natura ma non ancora quella del riciclaggio. Oggi, al contrario, il riciclaggio in arte va per la maggiore: il collezionismo di "sea glass" ha i suoi estimatori e i vetrini, classificati per rarità, sono venduti online anche quando non montati su gioielli, considerati "eco-friendly": esistono persino associazioni di collezionisti. Il mare ci restituisce come gemma - recitano gli eco-gioiellieri internettiani - ciò che gli abbiamo dato come immondizia. Mi colpisce, comunque, che sia così forte - nell'arte e nell'artigianato - la voce retorica, che si voglia comunque fare "discorso", disquisire, persino quando si tratta dell'oggetto frivolo per definizione, il "bijoux". Comunque, a Ischia, mi sono divertita moltissimo a raccogliere coccetti e vetrini, e - al netto della retorica che pure in fondo in fondo mi affascina - devo dire che - se sufficientemente smerigliati e levigati - i "vetri di mare" hanno un modo di accogliere e rifrangere la luce che è davvero straordinario.